Namaste'


giovedì 26 febbraio 2015

Pokhara

                       


Io e Kathmandu ci siamo salutati con un po di resistenza.
Lei da un lato che secondo me,non voleva me ne andassi,tanto meno io dall'altro,che di questo posto mi sono totalmente innamorato,ma ora sento nuovamente la spinta e il desiderio di continuare il mio viaggio.
Nella poesia di guardare l’alba un ultima volta dalla finestra della mia camera,alle 6 di mattina,ancora molto assonnato per via della serata precendente passata al reggae bar a bere Gorka e a fumare erba montana offerta dai padroni del locale,mi sono dimenticato il portafogli con il passaporto nella stanza accorgendomene solo al momento di pagare il biglietto per Pohkara alla biglietteria.
Dopo aver lasciato gli zaini in deposito dal bus,sono saltato sul primo rischò trovato e in una rocambolesca corsa a zig zag tra taxi e moto ho recuperato e messo al sicuro il portafogli.
Al mio rientro alla stazione del bus,in uno stato interiore di nervosismo,il sole ha iniziato a brillare,grazie alla dolcezza esplosiva e inaspettata di un cagnetto che mi ha riempito di coccole e baci e all’ottima colazione fatta con 5 banane,comprate dalla bancarella/bicicletta per 40 rupie,il buonumore e il piacere della scoperta sono tornati a essere miei fidati compagni di viaggio.
Il viaggio verso Pohkara che inizialmente doveva durare 7 ore,e’ finito causa un incidente fra Tourist Bus,per durare 12 ore,nelle quali ho potuto ammirare da un lato un paesaggio ancora incontaminato,fatto di foreste e fiumi,intere zone coltivate a banani e alcuni villaggi ancora quasi totalmente costruiti usando materie prime naturali,come legna,pietra e sopratutto argilla e dall’altro confermare il fatto che la fatica fisica e’ la forma lavoro principale in Nepal.
Intere Squadre di uomini,armati solo di piccone,badile e una ciotolina da riso,intenti a scavare profonde buche ogni 2 metri,per poi inserirci a mano i piloni di cemento che andranno a formare il guard rail di sicurezza a bordo strada.
E molte donne,l’arteria di trasporto delle materie prime in Nepal,intente a trasportare nelle tipiche ceste in bamboo fissate in fronte,ogni sorta di materiale su e giu' per la pericolosa strada montana.
A Pohkara ho affittato per 700 rupie una barchetta a remi per tutta la giornata e dopo aver girato un po’ il Phewa Lake sono andato a visitare lo Shanti Stupa o Word Peace Pagoda passando per il sentiero che parte dalla parte piu’ interna del lago.
Una salita continua di 45 minuti,tra mulattiere e sentieri in terra,che mette a dura prova le gambe,ma che ripaga di ogni fatica una volta arrivati in cima, grazie alla stupenda vista che si apre sul lago e su Pokhara intera e per il gigantesco Stupa bianco,simbolo di pace,con le sue raffigurazione del Bhudda in oro.
Dopo qualche giorno passato a visitare i laghi minori Rupa Lake e Begnash Lake e i templi  induisti fuori citta’,dopo aver finalmente capito come poter raggiungere in 17 ore di local bus,il confine Indiano più a ovest del Nepal,la frontiera Banbasa-Mahedranagar,mi sono dedicato allo studio dei tatuatori presenti in citta’,per tatuarmi“Vivi il momento presente” in Nepalese insieme agli occhi di Buddha,prima di lasciare il Nepal,una volta tornato dal trekking sull’Annapurna insieme a Giovanni,un ragazzo di Genova,cantante degli Z-Town,conosciuto in Kathmandu.
Giovanni dopo aver girato l’ovest del Nepal insieme all’associazione no profit,Finale for Nepal,aveva ancora un mese e mezzo circa per vagare in questa meravigliosa terra e complice l’esserci trovati molto in sintonia sin da subito e l’aver scoperto di avere molte idee e valori in comune,abbiamo deciso farci questa ascesa a 4130 mt verso L’Annapurna Base Camp insieme.
Mi e’ bastata qualche ora qui a Pohkara,per rendermi conto che come citta’,e’ molto più turistica e quindi molto più costosa di Kathmandu,ogni articolo costa in media la meta’ se non il doppio in piu’,ovviamente come in ogni grande citta’,mano mano che si esce dalla zona turistica i prezzi calano ma Pokhara e’ molto dispersiva e formata da lunghi vialoni,a differenza di Kathmandu che a parer mio conserva il fascino dell’Asia dell’avere tutto ammassato ad ogni angolo.
Qui a Pohkara se hai i soldi puoi fare tutto,dal parapendio alle discese di Downhill in bicicletta,dal correre come un criceto in gabbia in un pallone trasparente sul lago al divertirti la notte in ogni modo tu possa desiderare.
Esattamente il tipo di posto e di mentalita’ che mi schifa ogni giorno di piu’,gran parte di cio’ che mi spinge oggi a essere qui a viaggiare con il desiderio di trovare un altro stato di essere a questo mondo.

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