Namaste'


sabato 1 agosto 2015

Sukoshi boarding school project



Progetto presentato ad associazioni Italiane Pro Nepal

Progetto umanitario di aiuto e ricostruzione : SUNKOSHI BOARDING SCHOOL .(Scuola privata,non governativa)
Ubicata a Thakani-1VDC nel villaggio di Deurali nel distretto di Sindupalchowk,
Il distretto di Sindupalchowk e’ stato il distretto con il maggior numero di vittime,in questo distretto si fondono piu’ che altrove le culture e le varie religioni che vivono in Nepal e per cultura,usanza e necessita’ , nella maggior parte di questo distretto si vive di sola agricoltura,percio’ l’abitudine era stare in casa nella mattinata e andare nei campi il pomeriggio,percio’ al momento delle scosse la maggior parte delle persone si trovavano in casa pultroppo,ma fortunatamente era giorno di festa e i bambini non essendo a scuola ,si trovavano a scorrazzare in giro e a giocare nei campi,percio’ la maggior parte delle vittime si contano tra gli adulti.

La struttura a seguito del terremoto e’ totalmente inagibile,era’ stata costruita a sue spese da un abitante del villaggio (ex militare dell’esercito nepalese con molte referenze) di Thakani per via della bassissima percentuale di alunni promossi a fine anno nella scuola governativa piu’ vicina, purtroppo la scuola governativa di questo distretto ha una media di 2-3 promozioni annuali, chiedendo spiegazioni ci viene detto che le maestre presenti in quella scuola vengono pagate anche se non insegnano, essendo che il direttore non controlla e tanto meno il governo attua controlli sul grado di apprendimento e sulla qualita’ dell’insegnamento
A seguito del terremoto operai pagati dl costruttore della scuola hanno eretto una Temporary School dove i bambini possono continuare a studiare o semplicemente a giocare per quanto riguarda i piu’ piccoli tra loro.


Ad oggi gli operai si stanno dando da fare demolendo la struttura e recuperando piu’ materiale possibile con il quale hanno intenzione di costruire un muro di recinzione,anche un po’ a ricordo dell’evento.
Io ho visionato questo ed altri progetti secondo me molto validi grazie e tramite un associazione nepalese: Creative Nepal

Creative Nepal e’ formata da 7 ragazzi,orfani,che grazie a l’aiuto ricevuto nel tempo hanno potuto studiare e farsi una cultura pari se non maggiore della nostra media,io personalmente ho sempre lavorato cn due di loro , Netra sta conseguendo la laurea come ingegnere e Jagadishwor studia medicina,attraverso loro e la loro associazione Creative Nepal,un associazione italiana, Associazione 17, si occupa di pagare il cibo e il gas a Siphal,una struttura per ragazzi e ragazze senza genitori,che fa’ a capo all’NCO (Nepal Children Organisation),nonche' di utilizzare al meglio i soldi che raccolgono in italia con piccoli eventi pro nepal.
Sempre attraverso loro,associazione 17 ha fatto montare pannelli solari termici nella scuola così che i bambini abbiano acqua calda per lavarsi e lavare,e ha fatto costruire tutti i lavatoi.
Attraverso Creative Nepal ,Routa6 un associazione spagnola assieme ad Amics del Nepal, sponsorizzano 23 bambini, pagando rette scolastiche,vitto,alloggio,cibo e tutto il necessario,si occupano di pagare luce e acqua nella scuola e di dare il massimo dell’istruzione possibile a questi bambini.
Sempre attraverso Creative Nepal, Routa6 ha acquistato e sta facendo montare una struttura antisismica prefabbricata a Balmandir,una scuola in Ktm dove principalmente ci sono neonati e che a seguito dei terremoti non e’ agibile e si trovano tutti a dormire ancora oggi sotto tendoni e lamiere a pochi mesi di vita.
E’ stata acquista una struttura del genere perché contiene i costi rispetto al cemento armato che va’ importato dall’india(Cemento e Armatura) ,e allo stesso tempo e’ totalmente finita e antisismica,una struttura di 120 mt2 e’ costata 25.000 euro,i costi per la stessa struttura in cemento ammontavano circa a 50.000 euro.
Oggi 23 luglio,Associazione17, ha versato la prima trance di  euro raccolti in italia sul conto di Creative nepal per la scuola di Sindupalchowk , e una ne verseranno altri piu’ avanti.
Dopo attenti studi e calcoli per reperire e portare il materiale in loco,Associazione 17 e i responsabili della scuola hanno decido di acquistare una struttura prefabbricata anche a Sindupalchowk.
Calcolando la metratura precedente e le necessita dei vari villaggi che mandano i figli in quella scuola,la spesa ammonta circa sui 40.000 euro totali.
Associazione 17 avrebbe piacere se questo progetto potesse essere un progetto di fattura totalmente italiana,anche per facilitare la gestione di eventuali aiuti futuri o semplicemente per relazionarsi piu’ facilmente e velocemente nelle decisioni.
    Oltre questo ho visionato altri progetti sempre nell’istruzione,progetti validi ma allo stesso tempo molto grossi e dispendiosi,secondo me pero’ e’ meglio concentrarsi su meno progetti ma nella maniera migliore possibile.
Terrei solo davvero di cuore a far presente che qui, ora a detta delle stesse associazioni nepalesi,necessitano di aiuti economici in primis e davvero poco di aiuti materiali di mano d’opera,in questo momento con la stagione dei monsoni stanno tutti tranquilli nelle Temporary House come poco fosse successo ma sono già pronti a rialzarsi e ricostruire con la nuova stagione.
Purtroppo il danno maggiore ora e’ la mancanza quasi totale di turismo per via dell’immagine che mostrano i media mondiali.
Se ho tralasciato delle informazioni che vi servono non esitate a contattarmi..! grazie..

:-) Flavio.






























































lunedì 27 luglio 2015

L'unione fà la forza Part:1


A seguito del terremoto ho visionato diverse scuole dichiarate inagibili dal governo Nealese in differeti villaggi nella valle di Kathmandù.
Al termine di ogni sopralluogo, scrivevo una presentazione da inviare in Italia a differenti associazioni pro Nepal cercando di farne finanziare la ricostruzione.

Assieme ai ragazzi di Himalayan Trail Finder, abbiamo viaggiato molto nelle province e ogni posto visitato necessitava di aiuti di ogni sorta.
Dall'italia, per ragioni anche logistiche, e' stato scelto di finanziare la ricostruzione din una scuola secondaria di Kathmandù.
Di seguito parte del file inviato in italia come presentazione:




Progetto di aiuto umanitario nella ricostruzione della scuola governativa di PANCHAKANYA “Secondary School”,nel distretto di Naranjun Nagapalica “ward-14 VDO”,a 10 km da Thamel e a 5 circa da Swayambhunath.
A seguito del terremoto,una parte della scuola ha subito danni che la rendono inagibile,e' segnalata rossa dal governo Nepalese.

La scuola raccoglie circa 200 bambini,suddivisi in classi da 1 a 10 a seconda dell'eta e dei risultati scolastici raggiunti.
A seguito del terremoto e' stata eretta una struttura temporanea in bamboo e lamiera per ospitare le classi che si trovavano nella parte di scuola danneggiata.

Tale struttura temporanea nasce in uno spazio precedentemente parzialmente edificato, presenta gia' la struttura di armatura dei piloni portanti in cemento e il cordolo perimetrale a pavimento,l'intenzione di chi dirige la scuola, con la quale concordo,sarebbe quella di costruire una scuola definitiva in cemento armato utilizzando le parziali fondamenta gia' esistenti. 

Le misure perimetrali della struttura esistente sono: 21 metri x 11 metri.




Tra i vari progetti visionati,e' mia convinzione e mi trovo in accordo con i ragazzi di HTF,che questo,se si decidesse di finanziarlo,sarebbe il progetto migliore dove inviare almeno la prima squadra di volontari,per comodita' nella vicinanza a Ktm,che permetterebbe ai volontari di essere autonomi nella scelta dell'hotel e del cibo e volendo anche se lo sconsiglio,sarebbero liberi di utilizzare i mezzi locali per gli spostamenti piuttosto che quelli privati.
Lo sconsiglio perche' ben cosciente delle tempistiche e della scomodita' dei mezzi pubblici qui in Nepal, secondo me si perderebbe solo tempo utile al lavoro vero e proprio.
Abbiamo concordato con i ragazzi di HTF che i volontari Italiani verranno affiancati da un gruppo di volontari Nepalesi,il che rendera' piu' semplice l'apprendimento delle rispettive mansioni e aiutera l'integrazione per chi e' alla prima esperiena con L'Asia.


Dopo la vostra risposta il passo successivo sara' chiedere celermente i permessi governativi alla ricostruzione e farsi fare un preventivo il piu dettagliato possibile delle spese da sostenere,con ricevute e tutto il necessario..
Flavio


domenica 26 luglio 2015

Il mio Nepal


Ora,stoppando momentaneamente il mio giringirare senza meta,mi trovo in Nepal ad aiutare chi tanto mi ha donato nel mio viaggio a livello emotivo e che tanto mi ha aiutato e spinto a prendere una consapevolezza maggiore di me stesso,percio' a seguito del terremoto che ha colpito questa stupenda nazione,io sono qui a cercare di essere il piu' utile possibile a piu' persone possibili...”


Era Agosto 2015 e nello scrivere queste parole mi trovavo a Kathmandù in attesa dell’arrivo del primo  gruppo di volontari scelti da Un associazione pro Nepal del Nord Italia per la ricostruzione di una scuola distrutta dal terremoto.

Occorre una premessa:  

Nel mese e mezzo precedente avevo girato differenti distretti e provincie attorno a Kathmandù visionando il drammatico stato in cui si trovavano le persone e le strutture a seguito del terremoto di Aprile 2015.
Grazie a Marco ed Anna, fondatori e coordinatori dell’Associazione 17, ho iniziato durante le giornate passate ad aiutare con loro a Siphal ”uno dei moltissimi Orfanotrofi di Kathmandu per bambini senza famiglia” a frequentare un gruppo di straordinari e volenterosi ragazzi Nepalesi.
Ragazzi che seppur con un passato difficile e senza famiglia sin dalla più tenera età, grazie alla sponsorizzazione da parte di Persone Europee, si sono impegnati al massimo e che contemporaneamente al conseguimento di lauree scolastiche ufficiali, hanno fondato un associazione a favore dei bambini Nepalesi più sfortunati e bisognosi.
La frase che mi rimbomberà per sempre nella testa e’ di uno dei tre coofondatori di CREATIVE NEPAL, Netra Upadhaya , un ragazzo magro, educato ed intelligente quanto simpatico che un giorno mi disse che; la fortuna che lui ha avuto in tenera età di trovare uno sponsor europeo che si prendesse carico delle sue esigenze e della sua educazione, lui sentiva e riteneva che era una fortuna e un dono talmente grande da poter essere ripagato solo ridonandolo a sua volta ad altri bambini bisognosi e soli come era lui un tempo.
Ragazzi umili, gentili e genuini che hanno da insegnarci molto sull’umana compassione, molto più di quanto attraverso un foglio o una tastiera io possa trasmettere.
Oltre a ciò, durante il mio periodo turistico da trekker ho avuto piacere e fortuna di creare legami di amicizia che a seguito del terremoto mi sono tornati nel cuore ed essendo sul suolo e in attesa dell'arrivo dei volontari per l'inizio dei lavori veri e propri, ho deciso di tentare di rintracciarli per cercar di dar loro una mano o più semplicemente un supporto morale con la mia presenza.
Allora mi sono messo alla ricerca fisica e informatica dei miei amici Gopal, Lakman e Charan per partecipare assieme a loro al viaggio verso il  loro villaggio natale nelle provincie in soccorso alle famiglie. 
Tentativo andato a buon fine che mi ha portato a vivere una delle esperienze di vita vera più forte e profonda mai vissuta sin a quel momento.
Assieme a Gopal e Lakman siamo andati in soccorso delle loro famiglie nel villaggio di Kalimat con un primo viaggio roccambolesco di 8 ore in un Bus strapieno di persone, animali e oggetti di ogni genere, per poi cambiare mezzo e percorrere gli ultimi 15 km di strada montana sterrata sul tetto assieme a ragazzi che come me per mancanza di spazio all'interno ,cercavano un modo per stare comodi ma che allo stesso gli garantisse un minimo di sicurezza di non volare via alla prima buca della strada o curva, altri che ben abituati a tale rischio schiacciavano un pisolino in attesa della loro fermata Albero.

Viaggiare sul tetto!
Nei villaggi montani Himalyani il centro di ritrovo popolare nonchè fermata di bus è una struttura rotonda a grandoni sulla quale si erge un albero secolare sacro per gli Hinduisti.
Le persone la sera si raccolgono attorno a questo luogo magico e sacro dove la natura abbraccia la necessità di spiritualità dell'uomo per parlare e discutere e durante il giorno e' un pò il fulcro del villaggio sul quale tutto ruota.

Abbiamo passato 15 giorni immersi nelle montagne, in un piccolo villaggio-comunità colpito dal terremoto. 
Io sono stato ospitato dalla famiglia di Gopal, composta dal capofamiglia e la moglie che pur non avendo più di 60 anni portano sul corpo intero i segni di una vita piena di difficoltà e fatica, Gopal con un fratello e una sorella coetanei attorno ai 30anni e un fratellino e una sorellina più piccoli attorno ai 5 e 7 anni.
Le loro case natali costruite in legno, terra e pietre erano crollate dal tetto alle fondamenta e essendo oramai inagibili, i familiari avevano eretto grandi tende in pelli tipiche a uso abitativo.
Noi ci siamo messi subito a selezionare e tagliare gli alberi per costruire una casa temporanea piu' accogliente e confortevole in attesa che poi con il tempo la famiglia avesse potuto ricostruire una casa vera e propria.


Di giorno lavoravamo alla costruzione delle temporay house della famiglia o di altre famiglie del villaggio che a loro volta poi aiutavano noi in un continuo circolo di mutuo soccorso spontaneo e reciproco.

 
La sera , rigorosamente divisi uomini da donne in taluni casi e in altri in maniera anticonformista tutti assieme, condividevamo il pasto fuori dalla tenda o invitati nelle case temporanee di qualche altra famiglia del vllaggio condividendo non solo del cibo ma un momento di profonda connessione umana fatta non di parole ma di squardi e di sensazioni emozionali di unione, rispetto e collegamento reciproco che solo tra le persone piu' povere materialmente ma ricche umanamente ho iniziato a sperimentare e a vivere.
 


Di notte bisognava andare in bagno accompagnati perche il "bagno"era la foresta di pini secolari e li un tempo ma non del tutto estinte, cerano le tigri e raramente capita che la notte si avvicinino alle abitazioni cercando di cacciare le pecore o i bufali nei recinti.
I bambini sempre sporchi e sorridenti che scalzi ci correvano dietro raccogliendo piccoli pezzi di legna e pigne da dare fieri alla madre per accendere il fuoco la sera, gli stessi bambini che ogni mattina facevano colazione bevendo una tazzona di birra di mais locale e un pezzo di Naan alle patate della sera prima,bambini pieni di gioia e di voglia di vivere che però se non riceveranno un educazione scolastica troveranno molte difficoltà in età adulta in un mondo sempre più in espansione e sempre meno agricolo e comunitario.
Perciò Gopal lavora come agente e guida turistica lontano dal villaggio in Kathmandù, per poter garantire ai bambini un educazione nella più vicina scuola e una vita migliore.

A seguito di questa esperienza e' maturata in me la convinzione che sia l'educazione e la cultura personale a emancipare e liberare la mente e lo spirito di una persona e che solo attraverso un diverso sistema educativo basato su valori umani di aiuto e rispetto reciproco potremmo cambiare il sistema attuale di pensiero e di vita nel primo mondo.
Seminando nuovi semi nelle generazioni future e coltivandoli nel nome del rispetto, dell'unicita' che ogniuno di noi rappresenta e della lealtà abbiamo l'opportunità di plasmare in meglio il mondo a venire così da lasciare alle generazioni future un mondo migliore di quello trovato al nostro arrivo. 


Alle prese con la colazione

Piantare piante da frutto



Il capofamiglia





Il piu' giovane..


 to be continued....



venerdì 24 luglio 2015

La vita non finisce mai di stupirci e amarci..

Solo,sotto la pioggia di Katmandu' all'una di notte,nell'impossibilita di rientrare in albergo a boudhanath perché i portoni sono chiusi e il numero Dell albergo ce lai nel portafogli che da stamattina non trovi più'.
oramai cosciente che passerai la notte all freddo di un marciapiede nepalese,cerchi un angolo coperto facendoti largo tra cani randagi che come te non vogliono bagnarsi ma che a differenza tua si sentono padroni del territorio e non si trattengono dal fartelo capire.
Totalmente atterrito xke intorno a te non vedi altro che buio,cani e acqua e proprio nel momento che accetti il tuo destino quasi con sarcasmo interiore,ECCOLO,appare lui,un ragazzo nepalese che cammina a zigo zago con una bottiglia di acqua riempita di raksi(liquore di riso) lo rincorri,e gli chiedi se conosce il numero della quest house o se sa' come trovarlo.
Ti guarda,e nelle tre parole di inglese che sa' ti dice molto tranquillamente,vieni a dormire nella mia stanza,punto! 
Vai nella sua stanza,fumi con lui,lui beve io no,poi prende il telefono e tramite un giro di telefonate da soap opera trova il numero della quest house,ovviamente il numero e' un mobile e chi risponde non dorme nella quest house ma ben distante,perciò continui a ridere e scherzare in una lingua più' gestuale e visiva che parlata e dopo poco più' di mezzora arrivano ad aprirti e sei nella tua stanza davanti al tuo portafogli così' ritrovato!!! Domani io e il mio nuovo amico andremo a cena fuori assieme x ringraziarlo ulteriormente,sperando nella sua sobrieta'....Ecco xk amo la vita..

giovedì 19 marzo 2015

CONFESSIONI

Io non mi sento e non sono un turista,poco mi importa di vedere templi e monumenti,attrazioni e luoghi importanti,ho gia eliminato da me il bisogno di un giudizio superiore .

IO SONO PARTITO SPINTO DA UN BISOGNO INTERIORE DI TROVARE ME STESSO E LA MIA STRADA NEL MONDO.
Spinto dalla convinzione che nel mettermi totalmente nelle mani del mondo senza schemi o programmi mi avrebbe fatto passare tutto il necessario per trovare la mia strada in questa vita.
Ho passato gran parte della mia vita sin ora a rimuginare su me e sulle mie azioni presenti e passate,ho passato gran parte della mia vita a ferire ,pur senza volerlo,le altre persone,specialmente chi piu' amavo e mi era vicino.
Ho passato gran parte del mio tempo sino a oggi a confrontare la mia vita e cio che avevo sotto ogni aspetto con la vita e le esperienze di altre persone.
Ho passato il mio tempo a cercare fuori da me il modo di essere felice e appagato.
Questo viaggio con le esperienze e avventure che mi ha fatto vivere e sta regalando,mi sta facendo entrare in uno stato sempre piu introspettivo.
Mi trovo a vagare senza alcuna meta  se non quella di sbrogliare la matassa che ho sempre sentito dentro me.
Mi trovo a piangere come un bambino sia per euforia che per sofferenza in un altalenarsi di emozioni ,in mezzo alla strada di punto in bianco,e a vedere intorno a me enormi sorridi che mi vengono regalati,mi trovo per la prima volta a capire che la semplice GIOA DI VIVERE va' trovata DENTRO DI SE' e non cercata in atti,persone o esperienze esterne,mi trovo ora a capire e a sentire dentro il mio petto che il mondo altro non e' che uno specchio di noi stessi e che se abbiamo la goia di essere vivi dentro noi si riflette in automatico in tutto cio che ci circonda,al contrario ,tutto ci appare cupo e causa di sofferenza.
Vedere nelle persone piu povere mai viste  i sorrisi piu profondi e pieni di gioia che abbia mai visto,vivere e condividere la loro realta con loro senza filtri o false comodita' mi ha fatto provare la gioia di vivere semplicemente per esser qui ora a respirare e a giocare a questo fantastico gioco di esperienze e parti che e' la vita.
Negli ultimi 11 anni ho costruito molto e distrutto tutto piu' e piu' volte per un senso di vuoto interiore che mi spingeva a cercare un modo per sentirmi felice e in pace con me stesso al mondo.
Non sono mai stato bene con me stesso prima di tutto e ogni cosa avessi intorno,era o diventav motivo di insoddisfazione personale xke non sono mai stato bene con me stesso in primo luogo e questa sofferenza la proiettata ovunque e si chiunque intorno a me,specialmente sulla persona che ha avuto il coraggio e la forza di starmi a fianco per 11 anni in questo inferno emozionale.
Ora grazie al mio cammino passato e a tutto quello che mi sta accadendo ora,capisco che sino a oggi ho solo rincorso e in parte copiato le esperienze di altre persone nella speranza di sentirmi anche io appagato e felice come pensavo si sentissero loro.
Ogni volta che mi sono trovato di fronte all'arteficie di una o l'altra esperienza che io ammiravo e bramavo ,in ogni dottrina,filosofia o religione da me sperimentata,alla fine,mi sono sempre reso conto di quanto in errore fossi pensando che queste persone fossero felici e appagate.
Ho sempre e solo trovAto persone che come me facevano la loro personale esperienza di vita,ero io a credere che cio li rendesse felici e a bramare la loro felicita.
Ho passato moli anni a desiderare i sogni di altri,e ora che ricevo tutte queste domende e ho questa piccola notorieta' ,tutte queste persone che mi dicono che sto realizzando i loro sogni,mi rendo conto che NON VALE NULLA se non come sprono x altre anime a vivere cio che sentono dentro se'! 
Ora dovere scrivere sul blog ecc,lo sento inparte come un peso,IO SONO PARTITO SPINTO DALLA NECESSITA INTERIORE DI TROVATE LA MIA STRADA E POTER FINALMENTE ESSERE APPAGATO E IN SERENITA CON ME STESSO,A PRESCINDERE DA ATTI O AGENTI ESTERNI.
Non sono partito x visitare citta' o nazioni particolari,sentivo solo un enorme richiamo verso l'india,non mi interessa visitare musei o templi,e' tutto un qualcosa in piu' che se c'e' bene,ma se non ce neanche ci penso.
non ho mai avuto un etinerario o programma preciso proprio xk nulla tranne trovare me stesso era la spinta a intraprendere questo viaggio.
Ho aperto il blog principalmente x la mia famiglia,ma poi ho voluto sognare di realizzare quello che hanno realizzato altre persone e ho aperto canali qui e la' nel web.
Ora che mi rendo conto di tutto cio davvero poco continua ad avere una reale inportanza dentro di me.
L'unica cosa che sento ora dentro di me e' che tornero da questo pellegrinaggio solo quando saro' totalmente colmo di gioia e serenita x la mia vita,cosi da non sprecare piu altre energie in un folle gioco per cercare la serenita e l'appagamento fuori da me! 
A prescindere ti amo,mi amo e vi amo e grazie di ogni vostra parola,passata,presente e futura.

Percio' continuero a scrivere e a raccontare le mie avventure e il mio viaggio attraverso il mio blog ,ma dopo aver detto tutto cio' non sento piu' il peso di dover mostrare una cosa piuttosto che un altra,scrivero' quando mi sentiro di farlo,aver capito e detto tutto cio mi ha fatto perdere il continuo bisogno che avevo di vedere il mondo fuori di me accettare e condividere quello che facievo io,fondamentalmente x un mio bisogno di autoreizzazione cercato nel posto sbagliato
..

domenica 15 marzo 2015

Immagini dal Mondo




Qui di seguito ,la pagina Flickr dove pian piano pubbichero' le foto scattate durante il mio viaggio.
Su Facebook ne pubblico solo alcune per problemi di connessione.

https://www.flickr.com/photos/le_cronache_di_flavio/

sabato 7 marzo 2015

Pushkar e Holi Festival



Come prima tappa in India dopo 3 giorni di viaggio no-stop dal confine Nepalese,ho scelto di venire a Pushkar,nel Rajasthan,per assistere e partecipare all'Holi Festival !
 Pushkar è una delle più antiche città dell'India. La data della fondazione della città è tuttora sconosciuta.
Pushkar è un luogo sacro dell'induismo fin dai tempi più antichi come attesta il resoconto di viaggio del monaco buddista cinese Faxian che visitò l'India tra il 399 e il 415 d.C. Nel suo libro Fǎxián cita il santuario di Pushkan riferendo che era un luogo di pellegrinaggio assai frequentato.
Secondo la tradizione un fiore di loto cadde dalla mano di Brahma il Dio Creatore, mentre era assorto in meditazione e dai petali del fiore sgorgò l'acqua che diede origine al lago di Pushkar,e  fu una goccia di Amrit, il nettare degli dei, a rendere le sue acque ulteriormente sacre. I più devoti asseriscono che, in occasione del plenilunio del mese di Kartika, tutti i 330 milioni di déi indiani siano contemporaneamente presenti a Pushkar, perchè questa è infatti la sede di uno dei rarissimi templi dedicati in tutta l'India al dio creatore della trimurti induista. 
I templi che si affacciavano sulla riva del lago furono poi distrutti nel XVII secolo per mano dell'imperatore Aurangzeb (1618-1707)
Una citta dalla'architettura unica, che vede affacciarsi sulle acque del suo lago piu' di 1000 templi tra Induisti-Sikh-Ebrei-Buddhisti  e Mussulmani




L'Holi è un festival che si tiene in primavera dedicato ai colori e all'amore. Si tratta di un'antica festa religiosa induista diventata popolare non solo nel mondo indu, ma anche in molte parti dell'Asia Meridionale e anche al di fuori dell'Asia.
È osservata principalmente in India, Nepal e nelle zone del mondo con significativi gruppi di popolazioni di origini indiane.
La festa si inaugura con l'accensione, la notte prima del giorno Holi, di un falò che prende il nome di Holika Dahan, dove Holika è il nome di un Demone delle scritture Hindu e Veda. 
La mattina del giorno dopo la festa esplode in un carnevale di colori, giochi, danze e canti. L'Holi è spesso celebrato all'avvicinarsi dell'equinozio di primavera in un giorno di plenilunio. 
La data del festival, quindi, non è fissa ma varia ogni anno a seconda del calendario induista e del caledario gregoriano.
I significati del festival sono la vittoria del bene sul male, l'arrivo della primavera, l'addio dell'inverno, l'incontro con gli altri, la voglia di giocare, ridere, dimenticare i dolori, perdonare e consolidare le relazioni.


Ora la mia prossima tappa e' Daipur,al confine sud del Rajasthan con il Gujarat! un Giorno o due di relax e ci si mette in marcia,prima in bus sino alla piu' vicina stazione ferroviaria,ad Ajmer,da li' in treno sino alla prossima tappa.

mercoledì 4 marzo 2015

Annapurna Base Camp







La vita e’ un continuo susseguirsi di esperienze,incontri inaspettati che cambiano le tue aspettative.
Dopo aver salutato Marco e la Siphal School,deciso a intraprendere il mio primo trekkingsopra i 4000 metri,ho avuto il piacere di incontrare a Kathmandu un ragazzo di nome Giovanni Raso(cantante genovese della band Z-Town)con il quale sin dal primo momento ho riscontrato parecchie affinita’,non solo fisiche.
Entrambi affascinati dall’Asia,dalla sua storia,dalla sua millenaria cultura e dalla sua gente,entrambi liguri e amanti della natura,entrambi con il sogno una volta tornati ,di vivere una vita sostenibile e compatibile con l’ecosistema che ci circonda.
Io con un passato in Tirreno Power a produrre energia elettrica,lui con un presente in Terna a distribuirla,che strana coincidenza !
Nei 13 giorni di trekking verso l’Annapurna,abbiamo avuto modo di conoscerci e capire che questo non e’ un incontro casuale ma l’inizia di una lunga amicizia per entrambi.
Le gambe oramai vanno da sole per la fatica,ma la voglia di conoscersi e scambiarci saperi va’ oltre tutto, anche oltre i limiti che corpo e mente tentano di crearci.
Non siamo sicuramente organizzati per intraprendere un trekking del genere in questa stagione e le nostre guide Charan e Lakman lo sono ancora meno di noi indossando solo jeans e scarpe da ginnastica,vederli sfidare intrepidi la neve e il gelo cosi’ vestiti mi ha fatto molto riflettere sull’importanza dell’attitudine mentale.
Salendo verso il Base Camp,abbiamo incontrato altri trekker davvero organizzati di tutto punto,che per via delle valanghe cadute in quei giorni,che avevano bloccato la via di ascesa principale (2 turisti dispersi) tornavano indietro consigliandoci di non proseguire oltre,un po’ per incoscienza e un po’ perche il 20 febbraio era il mio compleanno e avevo deciso di festeggiarlo in cima,noi abbian continuato a salire a ritmo delle valanghe che ovunque intorno a noi echeggiavano e mostravano la potenza della montagna.
Arrivare finalmente in cima ed ammirare il circuito dell’Annapurna dal Base Camp ci ha ridato ogni filo di energia utilizzata nell’ascesa,e ci ha dato molto a pensare ,dimostrandoci una volta per tutte che la forza di volonta’ va’ oltre tutto,anche otre il Goretex.
Siamo rimasti al campo base una notte soltanto per via del freddo intenso che faceva ghiacciare l’acqua in stanza,la discesa verso Pohkara,lenta e molto introspettiva per entrambi ci ha dato modo,grazie alle nostre guide,di passare per the' house e villaggi poco trafficati dai turisti,dove abbiamo avuto l’onore e il piacere di sentirci accolti come di famiglia e non solo turisti paganti,Lakman,la nostra guida sherpa ci ha sfamati raccogliendo la canna da zucchero durante il tragitto e ci ha preparato delle ottime zuppe di ortiche selvatiche.
In una di queste famiglie abbiamo in oltre potuto dare una mano a separare e a mettere al sicuro le sementi di vari fagioli e mais locali per la prossima semina,e ho avuto l’onore di portare via con me delle sementi che proverò a far acclimatare in italia al mio rientro,sempre con l’idea in mente di creare una rete di scambio semi indipendente dalle multinazionali.
Nella discesa abbiamo conosciuto due ragazze spagnole che affrontavano la salita,Eva e Eugenia,in viaggio da molti mesi,che mi hanno dato ottime informazioni per l’India e per il lungo procedimento burocratico per ottenere il visto di ingresso in Myanmar(Birmania),la tappa successiva all’India
Se davvero come si dice, al mondo esistono 10 sosia per ognuno di noi, entrambi siamo convinti di averne trovato uno.
Grazie a questa terra meravigliosa per tutto,ma sopratutto per questo magico e inaspettato incontro.
Una volta tornato dal trekking mi sono messo in marcia per entrare in India,21 ore di bus da Pohkara a Banbasa ,la prima citta' indiana in Uttarakhand,da li’ altre 9 ore di bus per Dehli e 10 ore per arrivare a Pushkar per assistere all’Holi festival,la festa dei colori nella quale la magia indiana esplode in un mescolarsi di colori,lanciati ovunque e da chiunque.
Questa e’ la magia dell’india..!

giovedì 26 febbraio 2015

www.ivg.it

    


Le cronache di flavio su www.ivg.it                 

http://www.ivg.it/2015/02/continua-il-viaggio-di-flavio-dalessio-trekking-4-mila-metri-con-il-finalese-giovanni-raso/

Pokhara

                       


Io e Kathmandu ci siamo salutati con un po di resistenza.
Lei da un lato che secondo me,non voleva me ne andassi,tanto meno io dall'altro,che di questo posto mi sono totalmente innamorato,ma ora sento nuovamente la spinta e il desiderio di continuare il mio viaggio.
Nella poesia di guardare l’alba un ultima volta dalla finestra della mia camera,alle 6 di mattina,ancora molto assonnato per via della serata precendente passata al reggae bar a bere Gorka e a fumare erba montana offerta dai padroni del locale,mi sono dimenticato il portafogli con il passaporto nella stanza accorgendomene solo al momento di pagare il biglietto per Pohkara alla biglietteria.
Dopo aver lasciato gli zaini in deposito dal bus,sono saltato sul primo rischò trovato e in una rocambolesca corsa a zig zag tra taxi e moto ho recuperato e messo al sicuro il portafogli.
Al mio rientro alla stazione del bus,in uno stato interiore di nervosismo,il sole ha iniziato a brillare,grazie alla dolcezza esplosiva e inaspettata di un cagnetto che mi ha riempito di coccole e baci e all’ottima colazione fatta con 5 banane,comprate dalla bancarella/bicicletta per 40 rupie,il buonumore e il piacere della scoperta sono tornati a essere miei fidati compagni di viaggio.
Il viaggio verso Pohkara che inizialmente doveva durare 7 ore,e’ finito causa un incidente fra Tourist Bus,per durare 12 ore,nelle quali ho potuto ammirare da un lato un paesaggio ancora incontaminato,fatto di foreste e fiumi,intere zone coltivate a banani e alcuni villaggi ancora quasi totalmente costruiti usando materie prime naturali,come legna,pietra e sopratutto argilla e dall’altro confermare il fatto che la fatica fisica e’ la forma lavoro principale in Nepal.
Intere Squadre di uomini,armati solo di piccone,badile e una ciotolina da riso,intenti a scavare profonde buche ogni 2 metri,per poi inserirci a mano i piloni di cemento che andranno a formare il guard rail di sicurezza a bordo strada.
E molte donne,l’arteria di trasporto delle materie prime in Nepal,intente a trasportare nelle tipiche ceste in bamboo fissate in fronte,ogni sorta di materiale su e giu' per la pericolosa strada montana.
A Pohkara ho affittato per 700 rupie una barchetta a remi per tutta la giornata e dopo aver girato un po’ il Phewa Lake sono andato a visitare lo Shanti Stupa o Word Peace Pagoda passando per il sentiero che parte dalla parte piu’ interna del lago.
Una salita continua di 45 minuti,tra mulattiere e sentieri in terra,che mette a dura prova le gambe,ma che ripaga di ogni fatica una volta arrivati in cima, grazie alla stupenda vista che si apre sul lago e su Pokhara intera e per il gigantesco Stupa bianco,simbolo di pace,con le sue raffigurazione del Bhudda in oro.
Dopo qualche giorno passato a visitare i laghi minori Rupa Lake e Begnash Lake e i templi  induisti fuori citta’,dopo aver finalmente capito come poter raggiungere in 17 ore di local bus,il confine Indiano più a ovest del Nepal,la frontiera Banbasa-Mahedranagar,mi sono dedicato allo studio dei tatuatori presenti in citta’,per tatuarmi“Vivi il momento presente” in Nepalese insieme agli occhi di Buddha,prima di lasciare il Nepal,una volta tornato dal trekking sull’Annapurna insieme a Giovanni,un ragazzo di Genova,cantante degli Z-Town,conosciuto in Kathmandu.
Giovanni dopo aver girato l’ovest del Nepal insieme all’associazione no profit,Finale for Nepal,aveva ancora un mese e mezzo circa per vagare in questa meravigliosa terra e complice l’esserci trovati molto in sintonia sin da subito e l’aver scoperto di avere molte idee e valori in comune,abbiamo deciso farci questa ascesa a 4130 mt verso L’Annapurna Base Camp insieme.
Mi e’ bastata qualche ora qui a Pohkara,per rendermi conto che come citta’,e’ molto più turistica e quindi molto più costosa di Kathmandu,ogni articolo costa in media la meta’ se non il doppio in piu’,ovviamente come in ogni grande citta’,mano mano che si esce dalla zona turistica i prezzi calano ma Pokhara e’ molto dispersiva e formata da lunghi vialoni,a differenza di Kathmandu che a parer mio conserva il fascino dell’Asia dell’avere tutto ammassato ad ogni angolo.
Qui a Pohkara se hai i soldi puoi fare tutto,dal parapendio alle discese di Downhill in bicicletta,dal correre come un criceto in gabbia in un pallone trasparente sul lago al divertirti la notte in ogni modo tu possa desiderare.
Esattamente il tipo di posto e di mentalita’ che mi schifa ogni giorno di piu’,gran parte di cio’ che mi spinge oggi a essere qui a viaggiare con il desiderio di trovare un altro stato di essere a questo mondo.

sabato 14 febbraio 2015

NEL CUORE PER SEMPRE,ARRIVEDERCI KATHMANDU.


 



Kathmandu avevo programmato dovesse essere la prima tappa del mio viaggio,leggendo e documentandomi mi ero fatto una mia idea e avevo deciso che ci sarei rimasto una settimana al massimo, giusto il tempo di metabolizzare l’impatto che l’Asia da’ a chi come me’,e’ nuovo nel frequentarla e per iniziare a capire come potermi effettivamente dirigere in India attraverso la frontiera di Mahendranagar-Banbasa,l’ingresso in India meno frequentato dalle rotte turistiche e che porta direttamente nel cuore spirituale dell’india,l’Uttarakhand,la terra della dea Kali,la dea dell’energia femminile attiva e dirompente.
Come spesso accade quando ci si crea delle aspettative,poi sul momento di viverle,la vita ci pone tutte altre esperienze e opportunita’ di fronte,sta’ a noi cogliere l’attimo o passare oltre.
Alla fine mi sono fermato a Kathmandu quasi un mese, un mese passato in parte a dare una mano a Marco alla Siphal School ma soprattutto un mese rapito dalla magia dell’Asia che si respira e si avverte in ogni angolo di questa eterna citta’ dai mille volti.
Un mese passato a perdermi e ritrovarmi attraverso il dedalo di vie che da vita a questa citta’,un mese passato ad osservare uomini,per la nostra concezione,di altri tempi,fare con la sola forza del loro corpo qualsiasi lavoro viene svolto da noi oggi con l’ausilio strumenti eletttronici,con un risultato che emana un qualcosa che una macchina non sapra' mai trasmettere.
Il continuo susseguirsi di templi in onore delle molteplici divinita’ della cultura induista,dal più piccolo e austero al piu’ maestoso,in un continuo intrecciarsi e fondersi di templi induisti e stupa tibetani,perennemente contornati da gioia e vita,che sia il mercato degli ortaggi,i calzolai di strada,i bambini che chiassosamente si esprimono indisturbati giocando o semplicemente i piu’ anziani che trascorrono il tempo all’ombra che il tempio offre,giocando a vari giochi di logica tipo la nostra dama.
Tutto cio’,rende il vagare per questa citta’ una continua sorpresa e spinge chi piu’ ne sente necessita dentro se’ a una continuo dialogo interiore,come se in realtà si vagasse in una continua ricerca introspettiva.
Fuori dai quartieri turistici,Thamel in primis,tutto costa la meta’,e ovunque si puo’ ancora avvertire la magia dell’Asia.
Escludendo il traffico frenetico composto di moto con 2-3 persone  a bordo,macchine stracariche di ogni genere commerciabile,taxi pulmini che vanno incessantemente avanti e indietro,omologati per 10 persone massimo nei quali io personalmente ho contato altri 16 poveri cristi stipati con me,escludendo il conducente e il ragazzo che si occupa di urlare incessantemente fuori dall’unico finestrino la direzione del taxi per caricare piu’ persone possibile in un tetri umano continuo.
Milioni di taxi, tutti Suzuki Maruti 800cc 4 marcie,decorate ed abbellite con ogni sorta di adesivo e lucina possibile,che come impazzite,zigzagano da ogni parte senza un senso apparente,escludendo tutto cio’,il mondo e la vita sono come rallentati,le persone, gli animali e la natura vivono ancora oggi in uno stato di sussistenza reciproca.
Case costruite con materiali naturali presenti in loco,agricoltura di sussistenza,commercio e solidarieta’ reciproca in primis sono i mezzi di sussistenza del popolo Nepalese nel 2015.
Per 1800 rupie più 500 rupie per il pienoni benzina,ho affittato uno scooter 200cc per tre giorni e mi sono diretto verso Tinpiple, costeggiando tutto lo Shivapuri National Park.
L’idea iniziale era di essere ospitato qualche giorno da una famiglia nepalese conosciuta qualche settimana prima nel suo villaggio,quando Io e Marco dopo aver Affittato delle bici,ci siamo diretti senza meta su per i monti intorno Kathamndu.
Purtroppo la famiglia era fuori Ktm per lavoro quei giorni e dopo un attimo di indecisione, sono risalito a bordo della moto e senza sapere nulla mi sono messo in marcia puntando la cima,una volta arrivato a Tinpile su strade contemporaneamente mezze asfaltate e mezze sterrate, tenendo sempre a mente che qui la guida e’ a sinistra,ho trovato in affitto per tre giorni a 2000 rupie una casetta di mattoni e tetto in canneto nel bosco , con una vista sulla vallata e cn un tramonto da far invidia al miglior tramonto del mondo.
Avendo appuntamento con una Guida Sherpa il 4 febbraio a Ktm,mi sono fermato in quel paradiso solo due notti e tre giorni,interamente passati a girare per boschi ,a meditare e a fare esercizi di Eish Shaok.
Sono Stati tre giorni davvero rigeneranti anche grazie all’aria pulita e alla presenza di un paesaggio,quello boschivo a me particolarmente familiare.
Una volta tornato a Ktm ,dopo aver sistemato tutto il necessario con la guida Sherpa per il trekking che ho intenzione di fare pe il mio compleanno ed essermi finalmente stappato le orecchie dall’otorino,non mi rimaneva che visitare due gioielli storici e architettonici.
Per 2500 rupie nepalesi,circa 22 euro al tasso odierno,ho preso per l’intera giornata un taxi, per andare a visitare Bhaktapur,Pathan ”o Latitpur” e il MahaBoudha Temple.
La prima si trova a 20 km da Kathmandu,la seconda oggi per via dell’espansione di Kathmandu e’ considerata alla sua periferia e il Tempio dei mille Buddha dorati si trova poco prima di arrivare nella piazza di Pathan svoltando in una via sulla sinistra a circa 300 mt.
Due citta’ che come Kathamndu hanno in comune la bellezza delle rispettive piazze principali chiamate tutte Durbar Square.
Ci vorrebbero infinite righe per spiegare solo in parte la bellezza che la cultura Newari attraverso il suo stile Architettonico unico,raffigurante molteplici divinità indu’ e  scene tratte dai libri vedici,tutto totalmente scolpito a mano nel legno ha saputo sapientemente creare in queste piazze.
Un esperienza da mille e una notte che auguro a ogni persona di vivere almeno una volta,io personalmente tra tutte e tre,ho trovato particolarmente affascinante Phatan Durbar Square con i suoi templi unici dedicati a Krishna .
Dopo essere andato a salutare con un arrivederci gli amici e i bimbi della Siphal School ai quali, ho portato un mare di cioccolato cosi’, almeno so’ che per un pochino ne avranno ed esser passato a salutare le persone che in questo mese sono diventate amiche,Il 9 febbraio alle ore 7:00 AM ho lasciato Kathmandu per dirigermi a Pohkara.
A causa di un incidente che ha rallentato di 2 ore il viaggio,abbiamo raggiunto Phokara che dista 250 km in 11 ore circa..
Qui staro' qualche giorno a visitare stupa e templi, ammirando la stupenda natura che circonda questa citta' incastonata tra 3 laghi,e il 15 febbraio intraprenderò il trekking per essere il 20,giorno del mio compleanno,all’Annapurna Base Camp,il mio primo trekking sopra i 4000 mt.
Un saluto da Phokara ..

sabato 7 febbraio 2015

Happy Siphal su Savona News.it






http://www.savonanews.it/2015/02/05/leggi-notizia/argomenti/attualit/articolo/da-tirreno-power-a-volontario-per-i-piu-bisognosi-viaggio-intorno-al-mondo-e-alla-scoperta-di-se.html

mercoledì 4 febbraio 2015

Happy Shipal,un altra Kathmandu












Ho sempre sentito dentro me sin dall’infanzia una spinta all’osservazione del mio prossimo,da che ho memoria ho sempre avuto un dilemma dentro,se fosse possibile immedesimarmi a tal punto nel mio prossimo da sentirmi a tutti gli effetti lui e provare cio’ che esso prova così da poter vedere attraverso gli occhi e i sensi di un altro lo scorrere della vita e il significato di essa.
Da bambino io come penso ogni bambino in quanto ancora puro e senza condizionamenti,provavo un certo senso di compassione verso i senza tetto che cercavano riparo fuori dalla chiesa che frequentavo,mi ricordo che quando avevo qualcosa che mi avanzava della paghetta gli compravo un panino e una bottiglia d’acqua e gliela portavo sotto la chiesa,alcuni lo accettavano con gioia altri con gentilezza anche se poi crescendo capii che alcuni avrebbero preferito il denaro per un cicchetto o altro.
Ho sempre sognato in me di poter essere d’aiuto al mio prossimo,per dirla con le parole di un grande pensatore ben poco preso in considerazione dalla nostra societa’,che rispetto e del quale condivido molti concetti e gran parte della sua visone,Robert Nesta Marley, famoso al mondo come Bob Marley,egli affermo’ più volte che :se la mia vita e’ fine solo a me stesso,non ha senso per me,la mia vita e’ per il mio prossimo.
Kathmndu sconvolgendo ogni mio piano e aspettativa creatami mi ha mostrato il modo di poterlo fare in maniera diretta e senza intermediari di cui non si sa’ mai se fidarsi realmente o no.
Al terzo giorno del mio cammino ho conosciuto Marco,qui per affari e molto di piu’.
La compagna di Marco, Anna ha creato in memoria di un familiare mancato in Kathmandu L’Associazione 17, che si occupa di raccoglier fondi e aiuti per i bambini nepalesi,nello specifico, loro attraverso anche il loro negozio KarmaShop di Vittorio Veneto dove si possono trovare articoli e accessori Nepalesi e Tibetani fatti a mano,raccolgono denaro che poi vengono a spendere di persona alla Home Children Protection School Sihpal nel quartiere di Siphal a Kathmandu ,soldi spesi in beni di prima necessita come cibo,vestiario e il necessario per l’igiene personale o per attrezzature e bisogni scolastici dei bambini come quaderni,penne,matite e pennarelli.
Stanno,con molte difficolta’ dovute alla mano d’opera locale con i propri ritmi,facendo costruire un lavatoio al coperto,io e Marco personalmente abbiamo sistemato l’impianto del gas della cucina perché,da anni costretti a tenere la finestra aperta nella stanza dove tengono le 3 bombole che alimentano i fornelli per via del forte odore di gas dovuto a tubi e ai raccordi marci e totalmente senza teflon o canapa come guarnizioni.
Passare intere giornate nel dedalo di viuzze del mercato di Siphal o di altri quartieri non turistici,dove l’inglese non si sa’ cosa sia,nei veri mercati affollatissimi di soli asiatici,per acquistare anche solo 2 pentole a pressione dopo ore di contrattazione fatte da Neitra,un ragazzo ex studente della scuola che ora si occupa di gestire al suo meglio la struttura,e’ stata un esperienza rivelatrice sopratutto per capire piu’ a fondo questo miscuglio di etnie sche forma il popolo Nepalese.
Un popolo che prima di tutto mette la lentezza e la calma della tranquillita' avanti a tutto anche negli affari,percio' assisti a scene di ore e ore di discorsi incomprensibili per scegliere 50 paia di ciabatte per i bambini o mezze ore intere per decidere tra la biro A e la biro B dovendone acquistare centinaia,o per assurdo il falegname,al quale ordinare le tavole di legno su cui appoggiare i materassi dove dormono i bambini,che per giorni interi o non si riesce a trovare o dice un ora e poi non si vede.
Vedere gli occhi e il sorriso di quei 30 angioletti Nepalesi intenti a prendersi ognuno qualche cioccolato e qualche caramella in maniera rispettosa l’uno dell’altro fa’ esplodere dentro una gioia e delle profonde riflessioni che sono davvero difficili da descrivere a parole almeno per me e con il mio personale vocabolario.
Mentre aspettavano il proprio turno per scegliere le ciabatte nuove,dove le femminucce cercavano quelle più appariscenti e i maschi quelle con le stampe delle squadre di calcio,mentre mangiavano per la prima volta la pizza italiana portata da Marco e me una sera e ancor di piu’,nel momento per me piu’ appagante e pieno di gioia,la serata in cui abbiamo cucinato 7 kg di pasta al pomodoro,soprattutto per il continuo cercare un contatto fisico e non ,mi sono reso conto che io personalmente ho dato per scontato molte cose nella mia vita,molte comodità e piaceri che avendoli avuti per diritto di nascita in una famiglia occidentale ho giudicato incessantemente negli ultimi anni,ma sono grato di essermene ora reso conto.
Questi bambini sono figli di carcerati,molti di loro non vedono i genitori da talmente tanto tempo che non ne hanno memoria mentre alcuni hanno famiglie così povere che non potendo occuparsi di loro li affidano a questa struttura,dove almeno un the' alla mattina,2 pasti al giorno a base di riso e ortaggi e un minimo di istruzione riesce a dargliela.
Loro hanno comunque sempre il sorriso in viso,una gigantesca voglia di vivere e la gentilezza che mettono in ogni gesto che fanno e’ disarmante per la mia mente occidentale che si impersonifica in loro.
Mi sono reso conto della fortuna che ho avuto ad avere un padre,una madre e una sorella al mio fianconella mia vita,una compagna che mi e’ stata affianco per 11 anni,alla quale tuttora devo gran parte di cio’ che sono.
A questi bimbi non c’e’ nessuno a dargli la buona notte la sera,una carezza al mattino,o semplicemente a dirgli ti voglio bene,questi bambini sono soli al mondo e l’unica fortuna che hanno rispetto ai bimbi Nepalesi di strada,che nell’eta alla quale noi giochiamo con le macchinine loro per far fronte alla realtà della loro vita si fumano la colla e vivono ai bordi delle strade,e’ che esistono persone come Neitra,Marco,Anna e altre persone di tutto il mondo conosciute qui che rendono possibile l’esistenza di centri come la Shipal Home Children Protection School.
Le Persone a Kathmandu sono talmente tante che se ognuno sistemasse davanti ai propri piedi, Kathmandu non avrebbe nulla da invidiare alle più efficienti citta' del mondo,ma qui la cultura e la storia di vari popoli fondendosi ha dato vita a uno stile di vita dove,sicuramente a turno ci si spacca in 4 la schiena trasportando su e giu' sulle spalle mattoni tutto il giorno,ma per la maggior parte la gente vive in maniera molto molto rilassata e a ritmi molto più lenti e pacati rispetto alla nostra abitudine occidentale.
Questo e il fatto che vivano in uno stato di povertà e miseria che e’ impressionante per i nostri canoni farebbe pensare subito al fatto che siano un popolo sfaticato ma osservando più attentamente ci si puo’ rendere conto che e’ prettamente una questione di usanze e di cultura.
In fondo noi ci riteniamo normali perché siamo abituati a ritenerci tali,ma che cosa e’ la normalita’?
Io nel tempo ho capito che nella nostra societa’ la definizione di normalita’ e’ semplicemente il fare parte del gruppo piu’ numeroso,che essendo tale puo’ far predominare le sue idee.
Ma per esperienza personale ritengo che 99 volte su 100 sia proprio il singolo,o il gruppo meno numeroso a portare luce e speranza negli animi delle altre persone,alla fine ogni rivoluzione o grande cambiamento e’ partito da piccoli gruppi che nel tempo hanno attirato a se’ le masse e cosi’ portato il cambiamento.
In soli 13 giorni al fianco di Marco e di Neitra a comprare i beni piu’ importanti e necessari alla scuola,mi sono reso conto che il popolo Nepalese e’ tanto bisognoso di ricevere quanto desideroso di donarsi al suo prossimo,donare la propria cultura e la propria visione della vita.
Una visione non basata sul materialismo come da noi in occidente ma bensì basata su un filo comune di spiritualita’ che tutti ci accomuna e cioe’ la nostra parte divina interiore,quella che se usata con coscienza puo’ fare la differenza tra sopravvivere e vivere la vita a prescindere se con un Bmw o con un carretto trainato da buoi,sia con la villa con piscina che con la casa in mattoni d’argilla e intonaco in terra.
Si perche il nepal e’ anche un occhio sul nostro passato,un passato di agricoltori residenti in piccole comunità autonome dove ognuno faceva qualcosa e insieme si era provveduto ai bisogni di tutti,comunita’ basate sull’autosufficienza e l’autoproduzione,con saperi e mestieri a noi oramai quasi del tutto andati perduti e che potrebbero fare la differenza se riscoperti dalla nostra societa’ consumista oramai al collasso.
Spero di trovarvi in accordo con me quando dico che in un pianeta come il pianeta Terra,che ha una sua dimensione e massa precisa e finita,applicare un sistema che come primo scopo e bisogno primario ha un espansione continua illimitata ed esponenziale,sia una follia che solo la mente umana poteva creare.
Come basta riflettere un attimo per capire che se piscio contro vento mi bagno,cosi’ a tutti noi,se non fossimo incessantemente tartassati da ogni sorta di input sensoriale esterno atto a creare in noi delle divisioni,basterebbe un attimo di totale e sincera riflessione per capire quale strada  disastrosa e senza possibilita’ per le generazioni future ha preso la societa’ occidentale da 200 anni a questa parte.
Mi rammarico nel vedere che ovunque io sia stato nel mondo non occidentalizzato le nuove generazioni nutrono per lo piu’ la speranza di avere uno stile di vita occidentale,questo ovviamente perché la macchina consumistica occidentale tramite i media e’ brava almeno quanto le religioni a fare proseliti con vane promesse e sogni presto disillusi.Ma sono convinto del fatto che ci sia una motivazione ben precisa per tutto questo,e che sempre più persone si rendano conto che e’ più importante e personalmente appagante donare e donarsi piuttosto che cercare di tenere per se’ il piu’ possibile,in fondo se tutti donassimo sinceramente,tutti riceveremmo doni continuamente,che meraviglia sarebbe la vita cosi’!
Se volete contribuire anche voi per bimbi di Shipal, contattate su Facebook Anna Toffolati e Marco Albin o scrivete alla pagina fbk KarmaShop..
Tasci Dhelek e Un abbraccio dal Nepal a tutti !!