Namaste'


mercoledì 4 febbraio 2015

Happy Shipal,un altra Kathmandu












Ho sempre sentito dentro me sin dall’infanzia una spinta all’osservazione del mio prossimo,da che ho memoria ho sempre avuto un dilemma dentro,se fosse possibile immedesimarmi a tal punto nel mio prossimo da sentirmi a tutti gli effetti lui e provare cio’ che esso prova così da poter vedere attraverso gli occhi e i sensi di un altro lo scorrere della vita e il significato di essa.
Da bambino io come penso ogni bambino in quanto ancora puro e senza condizionamenti,provavo un certo senso di compassione verso i senza tetto che cercavano riparo fuori dalla chiesa che frequentavo,mi ricordo che quando avevo qualcosa che mi avanzava della paghetta gli compravo un panino e una bottiglia d’acqua e gliela portavo sotto la chiesa,alcuni lo accettavano con gioia altri con gentilezza anche se poi crescendo capii che alcuni avrebbero preferito il denaro per un cicchetto o altro.
Ho sempre sognato in me di poter essere d’aiuto al mio prossimo,per dirla con le parole di un grande pensatore ben poco preso in considerazione dalla nostra societa’,che rispetto e del quale condivido molti concetti e gran parte della sua visone,Robert Nesta Marley, famoso al mondo come Bob Marley,egli affermo’ più volte che :se la mia vita e’ fine solo a me stesso,non ha senso per me,la mia vita e’ per il mio prossimo.
Kathmndu sconvolgendo ogni mio piano e aspettativa creatami mi ha mostrato il modo di poterlo fare in maniera diretta e senza intermediari di cui non si sa’ mai se fidarsi realmente o no.
Al terzo giorno del mio cammino ho conosciuto Marco,qui per affari e molto di piu’.
La compagna di Marco, Anna ha creato in memoria di un familiare mancato in Kathmandu L’Associazione 17, che si occupa di raccoglier fondi e aiuti per i bambini nepalesi,nello specifico, loro attraverso anche il loro negozio KarmaShop di Vittorio Veneto dove si possono trovare articoli e accessori Nepalesi e Tibetani fatti a mano,raccolgono denaro che poi vengono a spendere di persona alla Home Children Protection School Sihpal nel quartiere di Siphal a Kathmandu ,soldi spesi in beni di prima necessita come cibo,vestiario e il necessario per l’igiene personale o per attrezzature e bisogni scolastici dei bambini come quaderni,penne,matite e pennarelli.
Stanno,con molte difficolta’ dovute alla mano d’opera locale con i propri ritmi,facendo costruire un lavatoio al coperto,io e Marco personalmente abbiamo sistemato l’impianto del gas della cucina perché,da anni costretti a tenere la finestra aperta nella stanza dove tengono le 3 bombole che alimentano i fornelli per via del forte odore di gas dovuto a tubi e ai raccordi marci e totalmente senza teflon o canapa come guarnizioni.
Passare intere giornate nel dedalo di viuzze del mercato di Siphal o di altri quartieri non turistici,dove l’inglese non si sa’ cosa sia,nei veri mercati affollatissimi di soli asiatici,per acquistare anche solo 2 pentole a pressione dopo ore di contrattazione fatte da Neitra,un ragazzo ex studente della scuola che ora si occupa di gestire al suo meglio la struttura,e’ stata un esperienza rivelatrice sopratutto per capire piu’ a fondo questo miscuglio di etnie sche forma il popolo Nepalese.
Un popolo che prima di tutto mette la lentezza e la calma della tranquillita' avanti a tutto anche negli affari,percio' assisti a scene di ore e ore di discorsi incomprensibili per scegliere 50 paia di ciabatte per i bambini o mezze ore intere per decidere tra la biro A e la biro B dovendone acquistare centinaia,o per assurdo il falegname,al quale ordinare le tavole di legno su cui appoggiare i materassi dove dormono i bambini,che per giorni interi o non si riesce a trovare o dice un ora e poi non si vede.
Vedere gli occhi e il sorriso di quei 30 angioletti Nepalesi intenti a prendersi ognuno qualche cioccolato e qualche caramella in maniera rispettosa l’uno dell’altro fa’ esplodere dentro una gioia e delle profonde riflessioni che sono davvero difficili da descrivere a parole almeno per me e con il mio personale vocabolario.
Mentre aspettavano il proprio turno per scegliere le ciabatte nuove,dove le femminucce cercavano quelle più appariscenti e i maschi quelle con le stampe delle squadre di calcio,mentre mangiavano per la prima volta la pizza italiana portata da Marco e me una sera e ancor di piu’,nel momento per me piu’ appagante e pieno di gioia,la serata in cui abbiamo cucinato 7 kg di pasta al pomodoro,soprattutto per il continuo cercare un contatto fisico e non ,mi sono reso conto che io personalmente ho dato per scontato molte cose nella mia vita,molte comodità e piaceri che avendoli avuti per diritto di nascita in una famiglia occidentale ho giudicato incessantemente negli ultimi anni,ma sono grato di essermene ora reso conto.
Questi bambini sono figli di carcerati,molti di loro non vedono i genitori da talmente tanto tempo che non ne hanno memoria mentre alcuni hanno famiglie così povere che non potendo occuparsi di loro li affidano a questa struttura,dove almeno un the' alla mattina,2 pasti al giorno a base di riso e ortaggi e un minimo di istruzione riesce a dargliela.
Loro hanno comunque sempre il sorriso in viso,una gigantesca voglia di vivere e la gentilezza che mettono in ogni gesto che fanno e’ disarmante per la mia mente occidentale che si impersonifica in loro.
Mi sono reso conto della fortuna che ho avuto ad avere un padre,una madre e una sorella al mio fianconella mia vita,una compagna che mi e’ stata affianco per 11 anni,alla quale tuttora devo gran parte di cio’ che sono.
A questi bimbi non c’e’ nessuno a dargli la buona notte la sera,una carezza al mattino,o semplicemente a dirgli ti voglio bene,questi bambini sono soli al mondo e l’unica fortuna che hanno rispetto ai bimbi Nepalesi di strada,che nell’eta alla quale noi giochiamo con le macchinine loro per far fronte alla realtà della loro vita si fumano la colla e vivono ai bordi delle strade,e’ che esistono persone come Neitra,Marco,Anna e altre persone di tutto il mondo conosciute qui che rendono possibile l’esistenza di centri come la Shipal Home Children Protection School.
Le Persone a Kathmandu sono talmente tante che se ognuno sistemasse davanti ai propri piedi, Kathmandu non avrebbe nulla da invidiare alle più efficienti citta' del mondo,ma qui la cultura e la storia di vari popoli fondendosi ha dato vita a uno stile di vita dove,sicuramente a turno ci si spacca in 4 la schiena trasportando su e giu' sulle spalle mattoni tutto il giorno,ma per la maggior parte la gente vive in maniera molto molto rilassata e a ritmi molto più lenti e pacati rispetto alla nostra abitudine occidentale.
Questo e il fatto che vivano in uno stato di povertà e miseria che e’ impressionante per i nostri canoni farebbe pensare subito al fatto che siano un popolo sfaticato ma osservando più attentamente ci si puo’ rendere conto che e’ prettamente una questione di usanze e di cultura.
In fondo noi ci riteniamo normali perché siamo abituati a ritenerci tali,ma che cosa e’ la normalita’?
Io nel tempo ho capito che nella nostra societa’ la definizione di normalita’ e’ semplicemente il fare parte del gruppo piu’ numeroso,che essendo tale puo’ far predominare le sue idee.
Ma per esperienza personale ritengo che 99 volte su 100 sia proprio il singolo,o il gruppo meno numeroso a portare luce e speranza negli animi delle altre persone,alla fine ogni rivoluzione o grande cambiamento e’ partito da piccoli gruppi che nel tempo hanno attirato a se’ le masse e cosi’ portato il cambiamento.
In soli 13 giorni al fianco di Marco e di Neitra a comprare i beni piu’ importanti e necessari alla scuola,mi sono reso conto che il popolo Nepalese e’ tanto bisognoso di ricevere quanto desideroso di donarsi al suo prossimo,donare la propria cultura e la propria visione della vita.
Una visione non basata sul materialismo come da noi in occidente ma bensì basata su un filo comune di spiritualita’ che tutti ci accomuna e cioe’ la nostra parte divina interiore,quella che se usata con coscienza puo’ fare la differenza tra sopravvivere e vivere la vita a prescindere se con un Bmw o con un carretto trainato da buoi,sia con la villa con piscina che con la casa in mattoni d’argilla e intonaco in terra.
Si perche il nepal e’ anche un occhio sul nostro passato,un passato di agricoltori residenti in piccole comunità autonome dove ognuno faceva qualcosa e insieme si era provveduto ai bisogni di tutti,comunita’ basate sull’autosufficienza e l’autoproduzione,con saperi e mestieri a noi oramai quasi del tutto andati perduti e che potrebbero fare la differenza se riscoperti dalla nostra societa’ consumista oramai al collasso.
Spero di trovarvi in accordo con me quando dico che in un pianeta come il pianeta Terra,che ha una sua dimensione e massa precisa e finita,applicare un sistema che come primo scopo e bisogno primario ha un espansione continua illimitata ed esponenziale,sia una follia che solo la mente umana poteva creare.
Come basta riflettere un attimo per capire che se piscio contro vento mi bagno,cosi’ a tutti noi,se non fossimo incessantemente tartassati da ogni sorta di input sensoriale esterno atto a creare in noi delle divisioni,basterebbe un attimo di totale e sincera riflessione per capire quale strada  disastrosa e senza possibilita’ per le generazioni future ha preso la societa’ occidentale da 200 anni a questa parte.
Mi rammarico nel vedere che ovunque io sia stato nel mondo non occidentalizzato le nuove generazioni nutrono per lo piu’ la speranza di avere uno stile di vita occidentale,questo ovviamente perché la macchina consumistica occidentale tramite i media e’ brava almeno quanto le religioni a fare proseliti con vane promesse e sogni presto disillusi.Ma sono convinto del fatto che ci sia una motivazione ben precisa per tutto questo,e che sempre più persone si rendano conto che e’ più importante e personalmente appagante donare e donarsi piuttosto che cercare di tenere per se’ il piu’ possibile,in fondo se tutti donassimo sinceramente,tutti riceveremmo doni continuamente,che meraviglia sarebbe la vita cosi’!
Se volete contribuire anche voi per bimbi di Shipal, contattate su Facebook Anna Toffolati e Marco Albin o scrivete alla pagina fbk KarmaShop..
Tasci Dhelek e Un abbraccio dal Nepal a tutti !!


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