Namaste'


giovedì 26 febbraio 2015

www.ivg.it

    


Le cronache di flavio su www.ivg.it                 

http://www.ivg.it/2015/02/continua-il-viaggio-di-flavio-dalessio-trekking-4-mila-metri-con-il-finalese-giovanni-raso/

Pokhara

                       


Io e Kathmandu ci siamo salutati con un po di resistenza.
Lei da un lato che secondo me,non voleva me ne andassi,tanto meno io dall'altro,che di questo posto mi sono totalmente innamorato,ma ora sento nuovamente la spinta e il desiderio di continuare il mio viaggio.
Nella poesia di guardare l’alba un ultima volta dalla finestra della mia camera,alle 6 di mattina,ancora molto assonnato per via della serata precendente passata al reggae bar a bere Gorka e a fumare erba montana offerta dai padroni del locale,mi sono dimenticato il portafogli con il passaporto nella stanza accorgendomene solo al momento di pagare il biglietto per Pohkara alla biglietteria.
Dopo aver lasciato gli zaini in deposito dal bus,sono saltato sul primo rischò trovato e in una rocambolesca corsa a zig zag tra taxi e moto ho recuperato e messo al sicuro il portafogli.
Al mio rientro alla stazione del bus,in uno stato interiore di nervosismo,il sole ha iniziato a brillare,grazie alla dolcezza esplosiva e inaspettata di un cagnetto che mi ha riempito di coccole e baci e all’ottima colazione fatta con 5 banane,comprate dalla bancarella/bicicletta per 40 rupie,il buonumore e il piacere della scoperta sono tornati a essere miei fidati compagni di viaggio.
Il viaggio verso Pohkara che inizialmente doveva durare 7 ore,e’ finito causa un incidente fra Tourist Bus,per durare 12 ore,nelle quali ho potuto ammirare da un lato un paesaggio ancora incontaminato,fatto di foreste e fiumi,intere zone coltivate a banani e alcuni villaggi ancora quasi totalmente costruiti usando materie prime naturali,come legna,pietra e sopratutto argilla e dall’altro confermare il fatto che la fatica fisica e’ la forma lavoro principale in Nepal.
Intere Squadre di uomini,armati solo di piccone,badile e una ciotolina da riso,intenti a scavare profonde buche ogni 2 metri,per poi inserirci a mano i piloni di cemento che andranno a formare il guard rail di sicurezza a bordo strada.
E molte donne,l’arteria di trasporto delle materie prime in Nepal,intente a trasportare nelle tipiche ceste in bamboo fissate in fronte,ogni sorta di materiale su e giu' per la pericolosa strada montana.
A Pohkara ho affittato per 700 rupie una barchetta a remi per tutta la giornata e dopo aver girato un po’ il Phewa Lake sono andato a visitare lo Shanti Stupa o Word Peace Pagoda passando per il sentiero che parte dalla parte piu’ interna del lago.
Una salita continua di 45 minuti,tra mulattiere e sentieri in terra,che mette a dura prova le gambe,ma che ripaga di ogni fatica una volta arrivati in cima, grazie alla stupenda vista che si apre sul lago e su Pokhara intera e per il gigantesco Stupa bianco,simbolo di pace,con le sue raffigurazione del Bhudda in oro.
Dopo qualche giorno passato a visitare i laghi minori Rupa Lake e Begnash Lake e i templi  induisti fuori citta’,dopo aver finalmente capito come poter raggiungere in 17 ore di local bus,il confine Indiano più a ovest del Nepal,la frontiera Banbasa-Mahedranagar,mi sono dedicato allo studio dei tatuatori presenti in citta’,per tatuarmi“Vivi il momento presente” in Nepalese insieme agli occhi di Buddha,prima di lasciare il Nepal,una volta tornato dal trekking sull’Annapurna insieme a Giovanni,un ragazzo di Genova,cantante degli Z-Town,conosciuto in Kathmandu.
Giovanni dopo aver girato l’ovest del Nepal insieme all’associazione no profit,Finale for Nepal,aveva ancora un mese e mezzo circa per vagare in questa meravigliosa terra e complice l’esserci trovati molto in sintonia sin da subito e l’aver scoperto di avere molte idee e valori in comune,abbiamo deciso farci questa ascesa a 4130 mt verso L’Annapurna Base Camp insieme.
Mi e’ bastata qualche ora qui a Pohkara,per rendermi conto che come citta’,e’ molto più turistica e quindi molto più costosa di Kathmandu,ogni articolo costa in media la meta’ se non il doppio in piu’,ovviamente come in ogni grande citta’,mano mano che si esce dalla zona turistica i prezzi calano ma Pokhara e’ molto dispersiva e formata da lunghi vialoni,a differenza di Kathmandu che a parer mio conserva il fascino dell’Asia dell’avere tutto ammassato ad ogni angolo.
Qui a Pohkara se hai i soldi puoi fare tutto,dal parapendio alle discese di Downhill in bicicletta,dal correre come un criceto in gabbia in un pallone trasparente sul lago al divertirti la notte in ogni modo tu possa desiderare.
Esattamente il tipo di posto e di mentalita’ che mi schifa ogni giorno di piu’,gran parte di cio’ che mi spinge oggi a essere qui a viaggiare con il desiderio di trovare un altro stato di essere a questo mondo.

sabato 14 febbraio 2015

NEL CUORE PER SEMPRE,ARRIVEDERCI KATHMANDU.


 



Kathmandu avevo programmato dovesse essere la prima tappa del mio viaggio,leggendo e documentandomi mi ero fatto una mia idea e avevo deciso che ci sarei rimasto una settimana al massimo, giusto il tempo di metabolizzare l’impatto che l’Asia da’ a chi come me’,e’ nuovo nel frequentarla e per iniziare a capire come potermi effettivamente dirigere in India attraverso la frontiera di Mahendranagar-Banbasa,l’ingresso in India meno frequentato dalle rotte turistiche e che porta direttamente nel cuore spirituale dell’india,l’Uttarakhand,la terra della dea Kali,la dea dell’energia femminile attiva e dirompente.
Come spesso accade quando ci si crea delle aspettative,poi sul momento di viverle,la vita ci pone tutte altre esperienze e opportunita’ di fronte,sta’ a noi cogliere l’attimo o passare oltre.
Alla fine mi sono fermato a Kathmandu quasi un mese, un mese passato in parte a dare una mano a Marco alla Siphal School ma soprattutto un mese rapito dalla magia dell’Asia che si respira e si avverte in ogni angolo di questa eterna citta’ dai mille volti.
Un mese passato a perdermi e ritrovarmi attraverso il dedalo di vie che da vita a questa citta’,un mese passato ad osservare uomini,per la nostra concezione,di altri tempi,fare con la sola forza del loro corpo qualsiasi lavoro viene svolto da noi oggi con l’ausilio strumenti eletttronici,con un risultato che emana un qualcosa che una macchina non sapra' mai trasmettere.
Il continuo susseguirsi di templi in onore delle molteplici divinita’ della cultura induista,dal più piccolo e austero al piu’ maestoso,in un continuo intrecciarsi e fondersi di templi induisti e stupa tibetani,perennemente contornati da gioia e vita,che sia il mercato degli ortaggi,i calzolai di strada,i bambini che chiassosamente si esprimono indisturbati giocando o semplicemente i piu’ anziani che trascorrono il tempo all’ombra che il tempio offre,giocando a vari giochi di logica tipo la nostra dama.
Tutto cio’,rende il vagare per questa citta’ una continua sorpresa e spinge chi piu’ ne sente necessita dentro se’ a una continuo dialogo interiore,come se in realtà si vagasse in una continua ricerca introspettiva.
Fuori dai quartieri turistici,Thamel in primis,tutto costa la meta’,e ovunque si puo’ ancora avvertire la magia dell’Asia.
Escludendo il traffico frenetico composto di moto con 2-3 persone  a bordo,macchine stracariche di ogni genere commerciabile,taxi pulmini che vanno incessantemente avanti e indietro,omologati per 10 persone massimo nei quali io personalmente ho contato altri 16 poveri cristi stipati con me,escludendo il conducente e il ragazzo che si occupa di urlare incessantemente fuori dall’unico finestrino la direzione del taxi per caricare piu’ persone possibile in un tetri umano continuo.
Milioni di taxi, tutti Suzuki Maruti 800cc 4 marcie,decorate ed abbellite con ogni sorta di adesivo e lucina possibile,che come impazzite,zigzagano da ogni parte senza un senso apparente,escludendo tutto cio’,il mondo e la vita sono come rallentati,le persone, gli animali e la natura vivono ancora oggi in uno stato di sussistenza reciproca.
Case costruite con materiali naturali presenti in loco,agricoltura di sussistenza,commercio e solidarieta’ reciproca in primis sono i mezzi di sussistenza del popolo Nepalese nel 2015.
Per 1800 rupie più 500 rupie per il pienoni benzina,ho affittato uno scooter 200cc per tre giorni e mi sono diretto verso Tinpiple, costeggiando tutto lo Shivapuri National Park.
L’idea iniziale era di essere ospitato qualche giorno da una famiglia nepalese conosciuta qualche settimana prima nel suo villaggio,quando Io e Marco dopo aver Affittato delle bici,ci siamo diretti senza meta su per i monti intorno Kathamndu.
Purtroppo la famiglia era fuori Ktm per lavoro quei giorni e dopo un attimo di indecisione, sono risalito a bordo della moto e senza sapere nulla mi sono messo in marcia puntando la cima,una volta arrivato a Tinpile su strade contemporaneamente mezze asfaltate e mezze sterrate, tenendo sempre a mente che qui la guida e’ a sinistra,ho trovato in affitto per tre giorni a 2000 rupie una casetta di mattoni e tetto in canneto nel bosco , con una vista sulla vallata e cn un tramonto da far invidia al miglior tramonto del mondo.
Avendo appuntamento con una Guida Sherpa il 4 febbraio a Ktm,mi sono fermato in quel paradiso solo due notti e tre giorni,interamente passati a girare per boschi ,a meditare e a fare esercizi di Eish Shaok.
Sono Stati tre giorni davvero rigeneranti anche grazie all’aria pulita e alla presenza di un paesaggio,quello boschivo a me particolarmente familiare.
Una volta tornato a Ktm ,dopo aver sistemato tutto il necessario con la guida Sherpa per il trekking che ho intenzione di fare pe il mio compleanno ed essermi finalmente stappato le orecchie dall’otorino,non mi rimaneva che visitare due gioielli storici e architettonici.
Per 2500 rupie nepalesi,circa 22 euro al tasso odierno,ho preso per l’intera giornata un taxi, per andare a visitare Bhaktapur,Pathan ”o Latitpur” e il MahaBoudha Temple.
La prima si trova a 20 km da Kathmandu,la seconda oggi per via dell’espansione di Kathmandu e’ considerata alla sua periferia e il Tempio dei mille Buddha dorati si trova poco prima di arrivare nella piazza di Pathan svoltando in una via sulla sinistra a circa 300 mt.
Due citta’ che come Kathamndu hanno in comune la bellezza delle rispettive piazze principali chiamate tutte Durbar Square.
Ci vorrebbero infinite righe per spiegare solo in parte la bellezza che la cultura Newari attraverso il suo stile Architettonico unico,raffigurante molteplici divinità indu’ e  scene tratte dai libri vedici,tutto totalmente scolpito a mano nel legno ha saputo sapientemente creare in queste piazze.
Un esperienza da mille e una notte che auguro a ogni persona di vivere almeno una volta,io personalmente tra tutte e tre,ho trovato particolarmente affascinante Phatan Durbar Square con i suoi templi unici dedicati a Krishna .
Dopo essere andato a salutare con un arrivederci gli amici e i bimbi della Siphal School ai quali, ho portato un mare di cioccolato cosi’, almeno so’ che per un pochino ne avranno ed esser passato a salutare le persone che in questo mese sono diventate amiche,Il 9 febbraio alle ore 7:00 AM ho lasciato Kathmandu per dirigermi a Pohkara.
A causa di un incidente che ha rallentato di 2 ore il viaggio,abbiamo raggiunto Phokara che dista 250 km in 11 ore circa..
Qui staro' qualche giorno a visitare stupa e templi, ammirando la stupenda natura che circonda questa citta' incastonata tra 3 laghi,e il 15 febbraio intraprenderò il trekking per essere il 20,giorno del mio compleanno,all’Annapurna Base Camp,il mio primo trekking sopra i 4000 mt.
Un saluto da Phokara ..

sabato 7 febbraio 2015

Happy Siphal su Savona News.it






http://www.savonanews.it/2015/02/05/leggi-notizia/argomenti/attualit/articolo/da-tirreno-power-a-volontario-per-i-piu-bisognosi-viaggio-intorno-al-mondo-e-alla-scoperta-di-se.html

mercoledì 4 febbraio 2015

Happy Shipal,un altra Kathmandu












Ho sempre sentito dentro me sin dall’infanzia una spinta all’osservazione del mio prossimo,da che ho memoria ho sempre avuto un dilemma dentro,se fosse possibile immedesimarmi a tal punto nel mio prossimo da sentirmi a tutti gli effetti lui e provare cio’ che esso prova così da poter vedere attraverso gli occhi e i sensi di un altro lo scorrere della vita e il significato di essa.
Da bambino io come penso ogni bambino in quanto ancora puro e senza condizionamenti,provavo un certo senso di compassione verso i senza tetto che cercavano riparo fuori dalla chiesa che frequentavo,mi ricordo che quando avevo qualcosa che mi avanzava della paghetta gli compravo un panino e una bottiglia d’acqua e gliela portavo sotto la chiesa,alcuni lo accettavano con gioia altri con gentilezza anche se poi crescendo capii che alcuni avrebbero preferito il denaro per un cicchetto o altro.
Ho sempre sognato in me di poter essere d’aiuto al mio prossimo,per dirla con le parole di un grande pensatore ben poco preso in considerazione dalla nostra societa’,che rispetto e del quale condivido molti concetti e gran parte della sua visone,Robert Nesta Marley, famoso al mondo come Bob Marley,egli affermo’ più volte che :se la mia vita e’ fine solo a me stesso,non ha senso per me,la mia vita e’ per il mio prossimo.
Kathmndu sconvolgendo ogni mio piano e aspettativa creatami mi ha mostrato il modo di poterlo fare in maniera diretta e senza intermediari di cui non si sa’ mai se fidarsi realmente o no.
Al terzo giorno del mio cammino ho conosciuto Marco,qui per affari e molto di piu’.
La compagna di Marco, Anna ha creato in memoria di un familiare mancato in Kathmandu L’Associazione 17, che si occupa di raccoglier fondi e aiuti per i bambini nepalesi,nello specifico, loro attraverso anche il loro negozio KarmaShop di Vittorio Veneto dove si possono trovare articoli e accessori Nepalesi e Tibetani fatti a mano,raccolgono denaro che poi vengono a spendere di persona alla Home Children Protection School Sihpal nel quartiere di Siphal a Kathmandu ,soldi spesi in beni di prima necessita come cibo,vestiario e il necessario per l’igiene personale o per attrezzature e bisogni scolastici dei bambini come quaderni,penne,matite e pennarelli.
Stanno,con molte difficolta’ dovute alla mano d’opera locale con i propri ritmi,facendo costruire un lavatoio al coperto,io e Marco personalmente abbiamo sistemato l’impianto del gas della cucina perché,da anni costretti a tenere la finestra aperta nella stanza dove tengono le 3 bombole che alimentano i fornelli per via del forte odore di gas dovuto a tubi e ai raccordi marci e totalmente senza teflon o canapa come guarnizioni.
Passare intere giornate nel dedalo di viuzze del mercato di Siphal o di altri quartieri non turistici,dove l’inglese non si sa’ cosa sia,nei veri mercati affollatissimi di soli asiatici,per acquistare anche solo 2 pentole a pressione dopo ore di contrattazione fatte da Neitra,un ragazzo ex studente della scuola che ora si occupa di gestire al suo meglio la struttura,e’ stata un esperienza rivelatrice sopratutto per capire piu’ a fondo questo miscuglio di etnie sche forma il popolo Nepalese.
Un popolo che prima di tutto mette la lentezza e la calma della tranquillita' avanti a tutto anche negli affari,percio' assisti a scene di ore e ore di discorsi incomprensibili per scegliere 50 paia di ciabatte per i bambini o mezze ore intere per decidere tra la biro A e la biro B dovendone acquistare centinaia,o per assurdo il falegname,al quale ordinare le tavole di legno su cui appoggiare i materassi dove dormono i bambini,che per giorni interi o non si riesce a trovare o dice un ora e poi non si vede.
Vedere gli occhi e il sorriso di quei 30 angioletti Nepalesi intenti a prendersi ognuno qualche cioccolato e qualche caramella in maniera rispettosa l’uno dell’altro fa’ esplodere dentro una gioia e delle profonde riflessioni che sono davvero difficili da descrivere a parole almeno per me e con il mio personale vocabolario.
Mentre aspettavano il proprio turno per scegliere le ciabatte nuove,dove le femminucce cercavano quelle più appariscenti e i maschi quelle con le stampe delle squadre di calcio,mentre mangiavano per la prima volta la pizza italiana portata da Marco e me una sera e ancor di piu’,nel momento per me piu’ appagante e pieno di gioia,la serata in cui abbiamo cucinato 7 kg di pasta al pomodoro,soprattutto per il continuo cercare un contatto fisico e non ,mi sono reso conto che io personalmente ho dato per scontato molte cose nella mia vita,molte comodità e piaceri che avendoli avuti per diritto di nascita in una famiglia occidentale ho giudicato incessantemente negli ultimi anni,ma sono grato di essermene ora reso conto.
Questi bambini sono figli di carcerati,molti di loro non vedono i genitori da talmente tanto tempo che non ne hanno memoria mentre alcuni hanno famiglie così povere che non potendo occuparsi di loro li affidano a questa struttura,dove almeno un the' alla mattina,2 pasti al giorno a base di riso e ortaggi e un minimo di istruzione riesce a dargliela.
Loro hanno comunque sempre il sorriso in viso,una gigantesca voglia di vivere e la gentilezza che mettono in ogni gesto che fanno e’ disarmante per la mia mente occidentale che si impersonifica in loro.
Mi sono reso conto della fortuna che ho avuto ad avere un padre,una madre e una sorella al mio fianconella mia vita,una compagna che mi e’ stata affianco per 11 anni,alla quale tuttora devo gran parte di cio’ che sono.
A questi bimbi non c’e’ nessuno a dargli la buona notte la sera,una carezza al mattino,o semplicemente a dirgli ti voglio bene,questi bambini sono soli al mondo e l’unica fortuna che hanno rispetto ai bimbi Nepalesi di strada,che nell’eta alla quale noi giochiamo con le macchinine loro per far fronte alla realtà della loro vita si fumano la colla e vivono ai bordi delle strade,e’ che esistono persone come Neitra,Marco,Anna e altre persone di tutto il mondo conosciute qui che rendono possibile l’esistenza di centri come la Shipal Home Children Protection School.
Le Persone a Kathmandu sono talmente tante che se ognuno sistemasse davanti ai propri piedi, Kathmandu non avrebbe nulla da invidiare alle più efficienti citta' del mondo,ma qui la cultura e la storia di vari popoli fondendosi ha dato vita a uno stile di vita dove,sicuramente a turno ci si spacca in 4 la schiena trasportando su e giu' sulle spalle mattoni tutto il giorno,ma per la maggior parte la gente vive in maniera molto molto rilassata e a ritmi molto più lenti e pacati rispetto alla nostra abitudine occidentale.
Questo e il fatto che vivano in uno stato di povertà e miseria che e’ impressionante per i nostri canoni farebbe pensare subito al fatto che siano un popolo sfaticato ma osservando più attentamente ci si puo’ rendere conto che e’ prettamente una questione di usanze e di cultura.
In fondo noi ci riteniamo normali perché siamo abituati a ritenerci tali,ma che cosa e’ la normalita’?
Io nel tempo ho capito che nella nostra societa’ la definizione di normalita’ e’ semplicemente il fare parte del gruppo piu’ numeroso,che essendo tale puo’ far predominare le sue idee.
Ma per esperienza personale ritengo che 99 volte su 100 sia proprio il singolo,o il gruppo meno numeroso a portare luce e speranza negli animi delle altre persone,alla fine ogni rivoluzione o grande cambiamento e’ partito da piccoli gruppi che nel tempo hanno attirato a se’ le masse e cosi’ portato il cambiamento.
In soli 13 giorni al fianco di Marco e di Neitra a comprare i beni piu’ importanti e necessari alla scuola,mi sono reso conto che il popolo Nepalese e’ tanto bisognoso di ricevere quanto desideroso di donarsi al suo prossimo,donare la propria cultura e la propria visione della vita.
Una visione non basata sul materialismo come da noi in occidente ma bensì basata su un filo comune di spiritualita’ che tutti ci accomuna e cioe’ la nostra parte divina interiore,quella che se usata con coscienza puo’ fare la differenza tra sopravvivere e vivere la vita a prescindere se con un Bmw o con un carretto trainato da buoi,sia con la villa con piscina che con la casa in mattoni d’argilla e intonaco in terra.
Si perche il nepal e’ anche un occhio sul nostro passato,un passato di agricoltori residenti in piccole comunità autonome dove ognuno faceva qualcosa e insieme si era provveduto ai bisogni di tutti,comunita’ basate sull’autosufficienza e l’autoproduzione,con saperi e mestieri a noi oramai quasi del tutto andati perduti e che potrebbero fare la differenza se riscoperti dalla nostra societa’ consumista oramai al collasso.
Spero di trovarvi in accordo con me quando dico che in un pianeta come il pianeta Terra,che ha una sua dimensione e massa precisa e finita,applicare un sistema che come primo scopo e bisogno primario ha un espansione continua illimitata ed esponenziale,sia una follia che solo la mente umana poteva creare.
Come basta riflettere un attimo per capire che se piscio contro vento mi bagno,cosi’ a tutti noi,se non fossimo incessantemente tartassati da ogni sorta di input sensoriale esterno atto a creare in noi delle divisioni,basterebbe un attimo di totale e sincera riflessione per capire quale strada  disastrosa e senza possibilita’ per le generazioni future ha preso la societa’ occidentale da 200 anni a questa parte.
Mi rammarico nel vedere che ovunque io sia stato nel mondo non occidentalizzato le nuove generazioni nutrono per lo piu’ la speranza di avere uno stile di vita occidentale,questo ovviamente perché la macchina consumistica occidentale tramite i media e’ brava almeno quanto le religioni a fare proseliti con vane promesse e sogni presto disillusi.Ma sono convinto del fatto che ci sia una motivazione ben precisa per tutto questo,e che sempre più persone si rendano conto che e’ più importante e personalmente appagante donare e donarsi piuttosto che cercare di tenere per se’ il piu’ possibile,in fondo se tutti donassimo sinceramente,tutti riceveremmo doni continuamente,che meraviglia sarebbe la vita cosi’!
Se volete contribuire anche voi per bimbi di Shipal, contattate su Facebook Anna Toffolati e Marco Albin o scrivete alla pagina fbk KarmaShop..
Tasci Dhelek e Un abbraccio dal Nepal a tutti !!