Namaste'


mercoledì 28 gennaio 2015

Kathmandu,da sogno a realta'.






La prima cosa che si vede atterrando all’aeroporto di Kathmandu,una volta scesi dalla navetta che porta dall’aereo al terminal dove sbrigare le pratiche per il visto,e’ la statua di Shiva, divinita’ indu’ che insieme a Brahma e Vishnu formano la triade nella dottrina induista,posizionata li come un primo assaggio della profondità religiosa di questo popolo.
Si procede compilando i moduli per l’ottenimento del visto nepalese,che oggi si ottiene per meta’ attraverso i computer dell’aeroporto,una volta ottenuto la Visa per i giorni richiesti ”nel mio caso 90 giorni” ci si trova di fronte alla porta automatica che da’ sul piazzale esterno l’aeroporto la quale una volta aperta ti proietta magicamente in un nuovo mondo.
Kathmandu e’ davvero tante cose e il contrario di tutte,vieni trasportato indietro nel tempo di 70-80 anni, strade in terra lasciano il posto all’asfalto solo nel centro e nelle zone turistiche,la comodita’ da noi piu’  ovvia e scontata e’ qui un bene   sudato e per nulla scontato.
L’acquedotto statale non esiste e per la maggior parte l’acqua viene conservata in cisterne posizionate sui tetti che giornalmente vengon riempite,l’acqua calda viene prodotta per la parte usando il calore del sole che scalda le cisterne e con pannelli fotovoltaici. L’elettricita’ tutto 24/24 esiste solo nel quartiere turistico Tahmel grazie all’ausilio di generatori a scoppio che giornalmente saltano rivelando ai turisti il vero volto del nepal, fuori dl tahmel c’e’ solo 8-9 ore al giorno,uscendo dai quartieri turistici e’ evidente e ovunque sotto gli occhi la povertà della maggior parte della popolazione che vive a un tale livello di povertà,non penso esistano da noi statistiche con le quali dare un paragone,intere famiglie stipate dentro baracche ai bordi delle strada create con rifiuti,donne muratrici che trasportano in ceste legate in fronte e sulla schiena grandi quantità di mattoni,terra,ghiaia tutto il giorno su e giu per le scale o zetto sino alla fossa da riempire piu’ vicina,donne a ogni angolo di strada con i propri prodotti agricoli stesi su un telo sul marciapiede o con vari tipi di  frutta secca e sigarette,uomini che spingono instancabilmente carretti e la bici avanti e indietro per le strade con la bici carica di verdura, uomini che si ritrovano per molte ore a giocare a scacchi o a carte mentre le donne continuano a lavorare,gruppi di bambini soli e vaganti che fumano la colla per far fronte già alla loro eta’ alla realtà della vita che li aspetta e orde di animali randagi,principalmente cani ma non e’ raro vedersi saltare sopra la testa qualche scimmia che spinta piu’ lontano del solito usa l’intricato  e indefinibile insieme di cavi e insegne che corrono ai primi piani dei palazzi per farsi strada .
Gruppi di gatti che incuranti delle divinita’ create dall’uomo vanno a mangiare le offerte lasciate durante tutta la giornata dagli indu’ negli innumerevoli tempietti ed altari consacrati alle molte personificazioni delle divinita’ indu’ o attorno agli stupa tibetani sparsi nei cortili dei palazzi e in punti strategici dei quartieri.
Il Nepal ospita circa 62 etnie diverse e qui si puo’ sentir parlare almeno un centinaio di lingue diverse , che han saputo coesistere e vivere quasi sempre in armonia e rispetto reciproco, questo insieme al fatto che a seguito dell’invasione del Tibet da parte della Cina molti Tibetani e molti monaci Buddhisti si sono spostati nel vicino Nepal per continuare a portare avanti la loro cultura e la loro filosofia di vita spirituale senza essere oggetto di ingiustificate accuse e pene da parte dei Cinesi,fa’ si che escludendo i quartieri turistici, chi viaggia venga visto con curiosita’,come una novità da scoprire, e non con timore e con atteggiamenti prevenuti come la nostra societa’ ci insegna sin dalla piu’ tenera eta’.
Escludendo i nepalesi che da troppi anni hanno contatti con gli occidentali per lavoro e che quindi hanno sviluppato in loro uno spirito scaltro di chi vede l’opportunità dell’affare in tutto,i veri nepalesi sono il popolo piu’ gentile,socievole e gioviale che io abbia mai visto.
Il primo giorno sono andato a vedere Durbar Square con i suoi templi tra cui spicca quello del Kamasutra e l'hippy temple,chiamato cosi' per via dei molti hippy cje amavano sostare sui suoi gradoi negli anni '60 e la casa della Kumari,una bambina considerata dagli indu' una divinita' vivente in terra.Da li in un oretta a piedi si arriva al tempio delle scimmie o Swayambhunath per i buddhisti,uno stupa visibile a km di distanza  che sovrasta la collina,oltre 1657 scalini personalmente contati per raggiungerlo rendono l'ascesa a questo monumento spirituale un esperienza anche a livello fisico,le ruote di preghiera buddista continuamente in movimento grazie al lento ma continuo passaggio di monaci e turisti in senso orario,l’incenso Tibetano e i mantra Hom Mani Padme Hum continuamente cantato e presente ovunque nell’aria fanno di questo posto un luogo dove la presenza di qualcosa di più’ grande di tutti noi si respira nell’aria e si sente ad ogni passo.
Ogniuno di noi per cio’ che credo io e’ e deve essere libero di esprimere se stesso attraverso la religione o alla filosofia di vita che meglio gli si addice,ma nessuno,qualsiasi dottrina senta vera potrà negare il fatto che al momento attuale l’essere umano ha capito ben poco su quale sia il vero significato di Vivere,il perche' nasciamo,il perche' tu che leggi sei venuto al mondo,nessuno sa’ dare risposta a questo quesito tranne noi stessi,ognuno per se’ cercandola dentro se stesso,qui a Swayambhunathper il mio personale cammino e’ uno di quei luoghi dove queste domande si fanno piu’ impellenti dentro me,un luogo che mi ha scatenato ulteriormente dubbi e perplessita’ su cio’ che mi e’ stato insegnato dal mondo intero essere il senso di questo gioco che chiamiamo vita.

Terra e casa di decine e decine di scimmie che si divertono a fare scherzi a turisti e locali,amano oziare al sole spidocchiandosi tanto quanto provare a scippare il cibo o qualsiasi cosa possa sembrarlo appena lo si tira fuori dallo zaino.
Per poter mangiare il mio panino,ho dovuto dividerlo con una scimmia che penso fosse il boss dell'albero apparsa appena ho iniziato ad aprire la cerniera dello zaino,io passavo il pane a lui e lui teneva a debita distanza i compagni a suon di urla e minacce di morsi.
Le scimmie sono le vere padrone di Swayambhunath.
Questo posto mi e’ rimasto nel cuore anche perche mi ha mostrato quasi subito la vera faccia del popolo Nepalese,euforico per la bellezza del posto anche a livello paesaggistico e in uno dei miei stati di riflessione interiore,ho attardato a prendere la direzione di ritorno.
Alle 17,30 il tramonto mi ha fatto una bella sorpresa con i suoi colori ma ha anche fatto si’ che io perdessi totalmente l’orientamento sui punti di riferimento presi all’andata, girando cercando punti di riferimento che mi potessero rimettere sulla strada giusta mi sono fermato a chiedere indicazioni per Durbar Square a un signore nepalese sulla 50-60ina che spingeva con molta fatica una bici per me preistorica adibita a mercato ambulante,due enormi ceste piramidali coprono totalmente la bici e con un ingegnoso sistema il manubrio e’ stato trasformato in una bilancia a pesi,come immaginavo il signore non parlava una parola di inglese,bene,avevamo gia’ qual cosa in comune,una volta capito il nome del posto che cercavo,mi ha fatto segno di seguirlo e mi ha scortato per 1km circa sino a un ponte tibetano a me familiare,abbiamo spinto insieme la bicicletta e per tutto il tempo lui ha parlato e parlato in nepalese come se io capissi tutto,mi ha fatto sentire subito a mio agio,mi ha dimostrato subito che come da anni ho imparato,chi meno ha più e’ disposto e contento a donarsi.
Da li alla mia Quest House la passeggiata e’ stata tranquilla e piena di volti che mi osservavano incuriositi con il sorriso sempre in viso,aspettando solo di incrociare il mio sguardo per donarmi il loro profondo Namaste’.
Quella sera sono andato a letto con il cuore pieno di gioia e in tasca il contatto di un ragazzo italiano anche lui a Kathmandu. Non potevo sapere che Marco mi avrebbe fatto vivere Kathmandu nella maniera che avevo sempre sognato,non potevo immaginare che avrebbe dato alla partenza del mio viaggio un senso cosi’ profondo e appagante come l’aiutare concretamente e direttamente il mio prossimo,ritengo e ho sempre detto che per me questa società ci ruba sin dalla piu’ tenera eta’ la nostra unicita’,spegne pian piano col passare degli anni la scintilla divina e vitale presente in ognuno di noi facendoci omologare a schemi e status simboli preconfezionati ad arte.
Io addormentandomi quella sera non  avevo idea che da li a breve avrei conosciuto il vero volto di Kathmandu fuori dai circuiti turistici e avrei avuto la gioia e il piacere di passare tanto tempo con degli angeli,i Bambini Nepalesi della Home Protection Children ,Sihpal.
Mi sono addormentato quella prima sera con una domanda fissa nella testa, una domanda che nell’ultimo anno e’ stata il cardine e il motore trainante del mio cambiamento.
Io chi sono?




Namaste e un abbraccio dal Nepal.



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